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F.A.Q. (Frequently Asked Questions)

Quando si può venire al Villaggio della Gioia?
Durante tutto l’anno; nei mesi estivi, da Luglio a Settembre, quando i volontari sono molti, consigliamo delle date che troverete sul sito del Villaggio. Queste non sono vincolanti, ma rispettarle faciliterebbe l’amalgama del gruppo e l’organizzazione dei trasferimenti da e per l’aeroporto.
È necessario aver partecipato ad incontri di formazione?
Necessario no, ma sarebbe utile approfondire motivazioni e aspettative. Se ci saranno incontri, verrete informati con una mail.
È necessario fare vaccinazioni o profilassi antimalarica?
Nulla è obbligatorio, ma dovete per forza consigliarvi col vostro medico di fiducia (o il sito del Ministero della Sanità). È molto probabile che vi consiglino varie vaccinazioni e la profilassi antimalarica. Dopo la prima esperienza, molti volontari ritornano senza fare nulla. Le finestre e i letti sono forniti di zanzariere, tuttavia, attrezzati contro le zanzare (zampironi, Autan, ecc.) ed evita di lasciare le porte aperte, soprattutto se c’è la luce accesa in stanza.
Il visto devo farlo in Italia o si può fare all’arrivo in aeroporto?
Si può fare in Italia presso l’ambasciata o il consolato, ma anche in aeroporto all’arrivo. In questo caso costa 50 USD. La banconota deve essere in perfetto stato e recente (non deve avere più di 5 anni). Dovrete compilare anche un modulo e una scheda (cartoncino azzurro) che troverete all’arrivo, prima dell’ufficio che rilascia i visti. Alcune compagnie aeree li consegnano a bordo dell’aereo prima dell’atterraggio. Il passaporto deve essere valido per almeno tre mesi.
Quanto costa il soggiorno al Villaggio?
Vitto e alloggio costano € 16,00 al giorno. La diaria va pagata entro la prima settimana dal vostro arrivo.
Qual è il clima? Che abbigliamento consiglia?
Dipende dalla stagione: dicembre e gennaio sono i mesi più caldi, luglio e agosto sono quelli più freddi (per modo di dire). Qui maniche lunghe per le ore serali potrebbero essere utili. Da Marzo a Maggio è la stagione delle piogge, ma sono di breve durata e non richiedono un abbigliamento particolare. Le ragazze e le donne in genere dovrebbero invece avere l’accortezza di evitare canottiere, magliette o camicette scollate, calzoncini o gonne troppo corti. Gli uomini evitino di lavorare a torso nudo. Molte persone che lavorano al Villaggio sono musulmane e sapete come la pensano in fatto di abbigliamento; per non parlare delle nostre suore. Ma soprattutto fuori dal Villaggio vestirsi in modo appropriato è una forma di rispetto verso la cultura della gente del posto.
Devo portare qualcosa?
Dipende dalla compagnia aerea che utilizzi. Controlla il loro sito e verifica quanti bagagli sono consentiti. La Swiss permette due valige di 23 kg. e un bagaglio a mano di 10 kg. Di recente, anche la Egypt permette due valige più il bagaglio a mano. In questo caso, se non abiti troppo lontano da Castel Rozzone (BG), dovresti passare da Urbano (cell. 335.5466910 – Via Monte Arera, 15; abit. via XXIV Maggio, 1) a ritirare una valigia preparata appositamente. Se utilizzi compagnie che permettono un solo bagaglio in stiva, limitati a portare una formaggella o un salume (sotto vuoto); potrebbero far comodo per integrare il pasto. Se ci saranno esigenze particolari, ti avviseremo noi.
Che tipo di alloggio viene fornito?
Camerate e stanze con letti a castello (divisi per maschi e femmine); se disponibili, vi sono tre/quattro alloggi riservati a famiglie e coppie sposate; o anziani con esigenze orarie diverse dagli altri.
Devo portarmi asciugamani e lenzuola?
Sì, anche la federa per il cuscino. Ti consiglio il sacco lenzuolo (singolo), come quello dove metti il piumino durante l’inverno, ti fa sia da lenzuolo sotto che sopra.
Viene a prenderci qualcuno in aeroporto?
Quando possibile mandiamo un taxi di nostra fiducia. Ad attendervi appena fuori dall’aeroporto troverete l’autista col cartello “Villaggio della Gioia”. A Gennaio 2011 costava 50.000 scellini (circa 25 euro); li anticipiamo noi. Se siete un gruppetto, vi mandiamo un minibus (130.000 scellini, da dividere tra i passeggeri). Occasionalmente si sono verificati degli inconvenienti, dovuti principalmente a ritardi dell’aereo e all’impossibilità di avvisare l’autista del ritardo. Non è escluso che in futuro forniremo le indicazioni per raggiungere il Villaggio (Mwenge, a sinistra si prende New Bagamoyo Road, si supera Tegeta, si raggiunge Boko e si gira a destra per Mbweni, distante 7 km; chiedete del Villaggio della Gioia o dell’ospedale di Mbweni), ma dovrete utilizzare i taxi che troverete all’uscita dell’aeroporto. Vi faremo sapere. I prezzi potranno variare perché il costo della benzina è in continuo aumento.
Può descrivermi la giornata tipo?
Chi desidera, può assistere alla messa in Swahili dal Lunedì al Sabato alle 6.30. Il Sabato partecipano anche i nostri bambini perché non vanno a scuola. A volte la dico io, altre volte un prete locale. La colazione è alle 7.15 circa, poi vengono assegnati i lavori secondo le necessità. Si lavora fin verso le 11.00 / 11.30. Il pranzo è alle 12.00, poi relax fino alle 15.00. Si riprende a lavorare fino alle 17.30 circa. Chi vuole, può assistere al rosario che viene recitato tutti i giorni alle 17.30 / 18.00. Si cena verso le 19.15. Dopo cena di solito si guarda un film o un documentario, oppure si chiacchiera in compagnia. La Domenica chi lo desidera può assistere alla messa delle 8.00 o delle 10.00 (quest’ultima frequentata dai nostri bambini). Se nessuno va alla messa delle 8.00, la colazione può essere un attimino posticipata. Il pomeriggio relax, magari al mare (con o senza bambini). I pasti sono preceduti e seguiti da una brevissima preghiera. Solitamente tengo un incontro informativo con i nuovi arrivati, per aiutarli a capire meglio la realtà locale e del nostro Villaggio. Altri incontri formativi nei giorni successivi.
Sarà possibile trascorrere del tempo assieme ai bambini?
Durante il periodo scolastico i bambini sono a scuola fino alle 15.30; alle 17.30 partecipano al rosario. Potete quindi trascorrere tempo con loro tenendo conto di questi impegni. Ci sono più occasioni durante il fine settimana, oppure nei periodi di vacanze scolastiche.
Che lavori posso fare al Villaggio?
Dipende dalle necessità; solitamente sono lavori di manutenzione del Villaggio o di autogestione dell’ostello, comunque ve ne elenco alcuni: giardinaggio (zappare, tagliare l’erba, togliere erbacce, tenere puliti i viali, rastrellare, innaffiare, ecc.), tagliare e sistemare legna, girare e/o raccogliere il fieno, cucinare, preparare i tavoli per i pasti, lavare le stoviglie, pulire i locali dell’ostello (camerate e bagni), scartavetrare e verniciare serramenti. Di solito si fanno turni o rotazione, tranne che qualcuno non sia particolarmente adatto per una certa cosa (ad es., cucinare). Se qualcuno è idraulico o elettricista, c’è sempre qualcosa da sistemare. Se siete al Villaggio quando arriva il container, c’è da scaricare, sistemare e inventariare tutto quanto in magazzino. È importante ricordare che tutti i volontari sono al Villaggio con la volontà di aiutare; ciascuno lo fa in base alle proprie forze, capacità, esperienza ed età.
Si possono fare fotografie o riprese?
All’interno del Villaggio senza problemi, ma è bene che prima di fotografare o riprendere persone (ad es. gli operai impegnati in lavori di vario tipo), chiediate loro il permesso. È bene evitare di fare foto agli alunni a scuola; molti di loro sono musulmani e potrebbero non gradire. Fuori dal Villaggio, potete tranquillamente fotografare paesaggi e monumenti, ma attenzione con le persone. Chiedete sempre la loro autorizzazione.
In che modo posso aiutare il Villaggio?
Mettere la tua sensibilità, disponibilità e altruismo al servizio degli altri, è già un modo importante di aiutare. Vedi, il volontariato è uno stile di vita, non inizia né finisce al Villaggio della Gioia. Cerca di viverlo nella tua quotidianità. Detto questo, ti elenco alcune modalità per rendere concreto il tuo aiuto; scegli quella o quelle che ti sono più congeniali:
  • Destina al Villaggio della Gioia il 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi, e/o invita familiari, amici e conoscenti a fare altrettanto; i dati li trovi sul sito www.ilvillaggiodellagioia.it;
  • Adotta a distanza un bambino o una casa famiglia, con la consapevolezza che il tuo contributo aiuterà l’intera comunità;
  • Contribuisci a “costruire” una dote per i bambini, in modo che un domani, volendo avviare un’attività o formarsi una famiglia, abbiano una risorsa economica di partenza;
  • Puoi fare donazioni all’associazione ONLUS “Il Villaggio della Gioia”; i dati li trovi sul sito; le imprese e le aziende possono detrarre il contributo dalla dichiarazione dei redditi;
  • Acquista il libro fotografico dei nostri bambini, oppure quello sui miei 70 anni o “500 anni di dominio” (un mio libro di tipo enciclopedico che tenta di spiegare l’Africa nelle sue varie forme); puoi comprare le nostre cartoline e anche i tuoi souvenir nel nostro negozietto; li paghi un po' di più e forse la gamma di scelta non è ampia come fuori, ma sai che, così facendo, ci stai concretamente aiutando; nei mesi di novembre/dicembre puoi comprare calendari e biglietti natalizi e fare in modo che altri ne comprino;
  • Regalaci e porta a Castel Rozzone materiale utile che in primavera ci verrà spedito con un container (occorre di tutto, ma sul sito troverai l’elenco delle cose che sono maggiormente necessarie);
  • Organizza serate/cene di beneficenza nella tua città/paese o quartiere.
  • Visita il sito www.ilvillaggiodellagioia.it e invita altre persone a farlo; aiutaci a far conoscere il nostro progetto.
La tua presenza al Villaggio è già una forma di aiuto importante; per il servizio che svolgi e per la diaria giornaliera che paghi per vitto e alloggio.
Sono previste delle escursioni durante il soggiorno?
Sì; lo scopo è quello di permettervi di rendervi conto di cosa sia l’Africa. Una è a Bagamoyo; si trova a circa un’ora di strada a nord del Villaggio; era il centro raccolta schiavi più grande di tutta l’Africa orientale. Vi provenivano dall’interno e vi sostavano prima di essere portati a Zanzibar e da lì dappertutto. È una specie di pellegrinaggio; la sera prima vi chiedo la disponibilità di vedere il film di Spielberg “Amistad”, per meglio capire le problematiche legate alla schiavitù. Avrete anche modo di trascorrere un paio d’ore al mare. Un’altra escursione è a Dar, per visitare il centro produzione dei dipinti Tingatinga e delle sculture in ebano dei Wamakonde. Non solo per permettervi di comprare souvenir e regali, ma, potendo vedere gli artisti all’opera, per darvi modo di capire come persone di talento possono vivere grazie alla loro arte. Durante la giornata c’è modo anche di visitare il museo delle capanne (varie tipologie di capanne costruite nelle varie zone della Tanzania) e di mangiare cucina africana in un tipico locale. Sono possibili altre escursioni (centro di Dar es Salaam, col mercato del pesce e quello della frutta e verdura, la foresta delle Pugu Hills, se siete sportivi e avete uno spirito bucolico, Tegeta, per visitare un tipico paese africano), ma dipendono dai vostri interessi e/o dalla necessità di svolgere determinati lavori presso l’ostello.
Quanto costano?
Il costo maggiore è dato dal noleggio del pulmino, pertanto la cifra dipenderà dal numero dei partecipanti. Di solito, la quota di partecipazione non supera i 25 euro (compreso il pasto), ma possono venire a costare anche decisamente meno.
È possibile partecipare ad un safari?
Il parco più vicino è il Mikumi National Park, ma la visita è sconsigliata per vari motivi. È costosa (non meno di € 50,00), il parco è lontano (si parte alle 4.00 e si torna non prima delle 21.00) e non offre la varietà di animali e paesaggi che si possono trovare nei grandi parchi del nord. Inoltre ho sempre il timore che l’autista possa essere colto da sonnolenza, vista la durata del viaggio e gli orari. Se proprio volete andare, quello che eventualmente possiamo fare è di fornirvi le indicazioni necessarie (bus, ingresso, ecc.).
Si può andare al mare qualche volta?
Sì, soprattutto la domenica pomeriggio, ma non solo. Se non ci sono lavori urgenti o se sono stati ultimati, potete andare anche in altre occasioni. Non andate da soli, però; sempre in gruppo, meglio se accompagnati da uno dei Masai all’ingresso (dategli una piccola mancia), è più sicuro. In passato si sono verificati episodi spiacevoli, anche se sporadici.
Si possono reperire sim card e schede telefoniche?
Alcune SIM le abbiamo noi, altre si possono prendere nel vicino villaggio di Tegeta (dal 2011 le SIM devono essere registrate: è necessaria la fotocopia di un documento di identità con foto). Le schede telefoniche si trovano facilmente a Mbweni, appena fuori dal Villaggio.
Si può uscire dal Villaggio in modo autonomo?
Il Villaggio non è una prigione, pertanto certo che potete uscire, soprattutto se c’è la necessità di comprare frutta/verdura o schede telefoniche. Però ricordatevi che, in quanto bianchi, attiriamo l’attenzione della gente del posto, quindi il nostro comportamento viene osservato e giudicato. E non venite giudicati solo come individui, ma come rappresentanti del Villaggio della Gioia. Cerchiamo quindi di non esportare le nostre abitudini (come fumare e bere birra in compagnia al pub) in una realtà locale che farebbe fatica a comprenderle, oppure che vorrebbe imitarle senza poterselo permettere. Evitiamo di creare bisogni secondari nella gente del posto. Hanno ben altre necessità.
Che suggerimenti ci può dare relativamente al rapporto con la gente del posto?
Per i locali, i bianchi sono tutti ricchi, pertanto alcuni di loro possono essere indotti a chiedervi dei soldi o regali. Pur instaurando rapporti amichevoli, non eccedete. Osservate e riflettete, ma vi chiedo di non giudicare, di non giungere a conclusioni affrettate, di non proporre soluzioni e di non mettervi in cattedra. Siate umili e lasciate che l’Africa vi insegni qualcosa, a recuperare una dimensione umana che molti di noi, rincorrendo il benessere e le comodità, hanno dimenticato. Prima di venire, leggete il libro “Ebano”, di R. Kapuscinki (Feltrinelli). È un giornalista polacco che ha vissuto a lungo in Africa. Descrive benissimo la quotidianità africana e vi può aiutare a comprendere meglio il loro modo di pensare.
Cosa si mangia in ostello?
L’alimentazione non è molto diversa da quella in Italia, dato che il cibo consumato in ostello è prevalentemente quello inviato col container dall’Italia (riso, pasta, minestra, fagioli/piselli). Viene integrato con frutta/verdura del nostro orto o comprata in loco; occasionalmente c’è un po' di carne, proveniente dalle nostre stalle. Inoltre le cuoche che cucinano per i bambini ci fanno arrivare un po' di ciò che cucinano per loro, solitamente riso, fagioli, ugali (polenta bianca) o spezzatino con patate. Riso, polenta bianca e fagioli sono i piatti più comuni da queste parti.
Una volta pronto, il cibo viene posto su un tavolo nel portico, tipo buffet.
C’è la possibilità di fare il bucato?
Compatibilmente con la disponibilità di acqua, che non è mai abbondante. Lavate solo ciò che è indispensabile, cercando di consumare meno acqua possibile.
Dove posso cambiare i soldi?
Se vuoi, te li cambio io in ostello; il tasso di cambio varia continuamente. Puoi cambiare i tuoi euro un po' alla volta, ma se alla partenza dal Villaggio ti avanzassero degli scellini, te li ricambierò in euro allo stesso tasso.
Devo portarmi dei farmaci?
Una piccola farmacia personale, in base alle tue esigenze (mal di testa, dissenteria, febbre, allergie, cerotti/garze, oltre ai farmaci necessari per la profilassi antimalarica, se la fai).
Si può fumare al Villaggio?
Non in presenza dei bambini e non in ostello (portico o cortile che sia). Chiedo la cortesia di non lasciare in giro portacenere o mozziconi (e tappi di bottiglie di bibite/birre). E aggiungo anche riviste italiane; certe foto di attrici e modelle, banali per noi, potrebbero imbarazzare le nostre ragazzine.
Che lingua si parla? È utile sapere l’inglese?
In Tanzania si parla lo Swahili (o Kiswahili), ma al Villaggio non è indispensabile; alcune forme di saluto le imparerai presto.
Su Google scrivi “how to learn Swahili” e visita i vari siti; potrai imparare diversi vocaboli e frasi utili. Esistono anche alcune pubblicazioni (ad es. Teach yourself Swahili) che potrai trovare su internet. Al Villaggio della Gioia le Suore di Nazareth (le suore del Kenia) parlano anche Inglese, magari un po' diverso da quello cui sei abituato tu, e pian piano stanno imparando l’Italiano, così come le Mamme degli Orfani.
Fuori dal Villaggio l’Inglese è parlato prevalentemente dai negozianti e nei luoghi frequentati da turisti (ad es. al mercato Wamakonde e nei negozi di Tingatinga puoi tranquillamente contrattare in Inglese). Inoltre sono sempre di più i giovani che hanno avuto l’opportunità di frequentare la scuola superiore e che quindi ti possono dare indicazioni e/o informazioni in Inglese.

Se hai deciso di venire al Villaggio della Gioia, ti ringrazio. Cerca di vivere il tuo soggiorno anche in una dimensione spirituale (non necessariamente religiosa). Passiamo molto tempo a curare il benessere del nostro corpo; il soggiorno al Villaggio della Gioia ti darà la possibilità di curare anche quello del tuo spirito (o coscienza, anima). Vieni con spirito di rinuncia (di comodità o abitudini), con animo sereno. Se hai voglia di vivere al servizio degli altri, con umiltà e altruismo, allora è il posto per te. Karibu (benvenuto).

Padre Fulgenzio

FAQ aggiornate il 12 aprile 2012


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